di Fabio (1938)
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Le origini
La Famiglia Del Zanna –
radicata da secoli in Toscana – trova le sue origini più remote a
Cortina d'Ampezzo, la ridente Città capoluogo del Cadore (provincia di
Belluno), chiamata la "Regina delle Dolomiti".
Nella bella
località cadorina esistono tuttora varie famiglie "de Zanna" (senza la
"l", aggiunta successivamente, per ragioni fonetiche, quando un
componente della Famiglia si trasferì – come vedremo – in Toscana). Il
cognome significa "(figlio) di Giovanni", come risulterà chiaro a chi
ricordi il famoso personaggio veneto dello "Zani" (Giovanni) nella
"commedia dell'arte".
La Famiglia "de Zanna" ha sempre avuto
- ed ha tuttora – una posizione preminente a Cortina d'Ampezzo,
tanto da poter vantare la presenza del proprio stemma gentilizio sulla
facciata del Palazzo Comunale ampezzano, come pure le vestigia di un
"Castello" di cui parleremo nel successivo paragrafo.
Un castello che non s'ha da fare
Con
questo titolo, Mario Ferruccio Belli, nella sua piacevolissima "Storia
di Cortina d'Ampezzo" (Tomari Editori in Bologna – 1974), dopo aver
narrato la vita avventurosa ma anche fortunata di "Pietro de Zanna" e
del suo pronipote "Zanmaria" (entrambi valorosi ed eroici soldati al
servizio di principi e d'imperatori d'Austria: di "Zanmaria" si narra,
addirittura, che sia stato, per qualche tempo, capo dell'armeria
imperiale, a Vienna, mutando il cognome in "von Zanna"), descrive
l'intervento repressivo con cui il Consiglio della Comunità Cadorina –
intorno al 1630 – pose termine ai lavori di costruzione di un Castello
da parte del sopracitato "Zanmaria de Zanna": la Comunità, infatti,
temeva che quest'ultimo volesse farsi "signore" del Cadore, ponendo
termine a quella "uguaglianza livellatrice" che ha sempre ispirato la
comunità ampezzana.
Lasciamo comunque la parola a Mario Ferruccio Belli per meglio comprendere questo periodo topico per la storia della Famiglia:
"La
storia comincia verso la metà del 1500 quando un certo Pietro Zanna
parte per fare il soldato, o per fare fortuna, non si sa, e raggiunge
Innsbruck. Qui le sue vicende si perdono nel romanzesco. Sicuramente si
sa che ad un certo momento si arruola alle dipendenze del Principe del
Tirolo. Di soldati coraggiosi ed intelligenti c'è sempre bisogno.
Pietro Zanna da Ampezzo si batté con onore, anzi si batté da eroe
considerando il risultato. Il suo nome fu segnalato al Principe che lo
premiò con la patente di nobiltà ed il predicato "de". I documenti
esistenti sono chiarissimi. Giacché Pietro ora de Zanna se li portò in
Ampezzo dove li custodì gelosamente. Ottanta anni dopo suo nipote
Zanmaria, laureato in legge alla Università di Padova, ripercorre le
tappe dell'avo. L'anno 1630 si arruola nell'esercito dell'Imperatore
Leopoldo Primo, impegnato allo spasimo nella guerra contro i Turchi.
Egli si comporta eroicamente e l'Imperatore lo premia creandolo nobile
dell'Impero con il titolo « della Santissima Trinità e di Pietrareale»,
il diritto di portare le armi descritte in un lungo documento ed infine
di trasmettere in linea diretta ai discendenti titolo e nobiltà.
Terminate felicemente le guerre contro i Turchi, Zanmaria de Zanna
tornò carico di allori e di quattrini nella lontana Ampezzo. Nel paese,
fiero di tanto cittadino, egli ricoprì subito posti di rilievo.
Esercitò la professione di notaio, fu nominato più volte Cancelliere,
ebbe la carica di sergente e quindi di tenente e poi capitano, come già
vedemmo, delle milizie paesane. Essendo abile e fornito di capitali
mise a frutto l'uno e l'altro trasformandosi in mercante di legname. La
professione fino allora era stata sempre appannaggio di forestieri.
Zanmaria ci provò. Gli affari andarono bene tanto che presto aprì a
Venezia un deposito con rappresentanza. Egli aveva una grande casa a
Majon di Sotto, con fienile e stalla come tutti i suoi concittadini.
Improvvisamente sembrò che non gli bastasse. Durante la primavera e
l'estate del 1696 cominciò a far ammassare quantità imponenti di pietre
e legname in un suo fondo poco sotto il villaggio di Majon. Gli operai
presero a tracciare solchi e quindi a scavare le fondamenta
profondissime e su di una pianta così vasta che la popolazione si
inquietò. Il dr. Zanmaria de Zanna non ci badò, continuando a seguire
il lavoro degli operai che ci davano sotto di gran lena. Sorse un muro
di cinta, affiorarono dal terreno le possenti strutture di un torrione.
Finalmente il Consiglio si mosse. L'assemblea fu convocata per il 19
agosto. Vennero invitati oltre a tutti gli aventi diritto, Capitano
incluso, anche dodici uomini, due per ogni Sestiere, come in tutte le
più gravi circostanze. Non c'era bisogno di lunghe relazioni. I lavori
in corso tutti li avevano visti. Si discusse invece il da farsi. Il
parere unanime, «a pien voce»» scrisse il Cancelliere, fu di intimare a
Zanmaria de Zanna di interrompere immediatamente i lavori. La
costruzione era «più fortezza che altra fabbrica per haver le mura
grosse et fondamenta delle torri con le sue finestrelle a mo di
fortezza...». Lasciarlo proseguire avrebbe sicuramente procurato
«pregiudizio in avvenire alla Patria. In conclusione il detto Zanmaria
de Zanna sia chiamato in Consiglio a significargli quanto è stato
deliberato».
Il nobiluomo avuta la notifica della convocazione a
giustificarsi assieme all'intimazione di sospensione dei lavori,
presentò ricorso. Il 22 agosto, cioè tre giorni appena dopo la
precedente assemblea, il Maggior Consiglio con tutte le persone della
volta precedente tornò a riunirsi. Il ricorso fu esaminato e respinto.
Del castello che aveva già due torrioni quasi finiti non se ne parlò
più. Zanmaria de Zanna non continuò i lavori che per ricavare da una
torre d'angolo la cappella gentilizia dedicata alla Santissima Trinità
di cui alla patente nobiliare. La cappella, aperta al pubblico, è di
proprietà della Famiglia de Zanna anche oggi."
Un figlio cadetto in cerca di fortuna
La nascita della "Farmacia Del Zanna"
Alla
fine del '600 vigeva ancora l'istituto del "maggiorasco", in forza del
quale il patrimonio familiare (onde evitarne la frammentazione) passava
interamente ed esclusivamente al figlio maschio primogenito, lasciando
ai figli successivi solo la possibilità d'intraprendere la carriera
ecclesiastica o militare (se maschi), oppure quella monastica (se
femmine).
Detto istituto – giustamente abolito dalla Rivoluzione
Francese – vigeva anche all'interno della Famiglia cadorina dei "de
Zanna".
Per questa ragione, verso la fine del '600, Simone
Francesco de Zanna – figlio cadetto – lasciò la natia Cortina d'Ampezzo
e la Famiglia di origine, per tentare la fortuna e "buscarsi il pan" in
giro per l'Italia. In base alla tradizione orale familiare, egli
soggiornò per qualche tempo a Pistoia, giungendo poi a Poggibonsi, in
provincia di Siena.
Nella piccola località (allora!) sposò l'unica
figlia dello Speziale Fracassini (era il solo speziale di Poggibonsi),
succedendo poi al suocero in tale professione e dando così origine alla
"Farmacia Del Zanna" ed alla lunga serie dei Farmacisti Del Zanna,
tuttora pienamente vitale. Vi sono documenti provanti che la
denominazione "Farmacia Del Zanna" risale almeno al 1712.
Più o
meno nella stessa epoca ebbe luogo – come si è già detto - il lieve
cambio del cognome, con l'aggiunta di una "l" e con la "D" maiuscola.
La
Famiglia Fracassini si estinse, infatti, con l'ultimo speziale
sopramenzionato: per doverosa riconoscenza verso questa Famiglia e per
onorarne la memoria, i Del Zanna ottennero di poter aggiungere al
proprio stemma (guerriero ed ovino) quello della Famiglia Fracassini
(scacchi vermigli e bianchi): questo fu possibile grazie a un decreto
del Granducato di Toscana.
Un avo da ricordare: Giovacchino Del Zanna
Il
"patriarca" più vicino ai nostri tempi e di cui conserviamo una memoria
viva ed affettuosa, è Giovacchino Del Zanna (1830-1910), Farmacista,
figlio di Giuseppe (1788-1844), anch'egli Farmacista.
Giovacchino
ha lasciato un ricordo imperituro, sia per aver esercitato la
professione per oltre dodici lustri, sia per le proverbiali qualità
umane e sociali, sia – infine – per aver dato i natali ad una vasta
progenie.
Egli aveva sposato Zoele Pieraccini (1834-1912), legando
in tal modo per sempre la Famiglia Del Zanna all'illustre casata
poggibonsese dei Pieraccini, dalla quale sono scaturiti personaggi
celebri come Gaetano Pieraccini (medico e scienziato di fama
internazionale, precursore della medicina sociale e del lavoro, grande
socialista, primo Sindaco di Firenze dopo la Liberazione, ecc.);
Leonetta Pieraccini nei Cecchi, grande pittrice e scrittrice, moglie
del famoso scrittore e critico letterario, Emilio Cecchi; Marta
Pieraccini nei Bozzolini, nota pittrice; e altri.
Di "nonna Zoele"
si conserva uno splendido ritratto opera della sopracitata Leonetta.
Giovacchino e Zoele, nel corso della loro lunga e felice unione
(celebrarono le "nozze d'oro", nella casa de "Il Poderino", nel 1910,
evento immortalato da famose fotografie di Famiglia), dettero i natali
a ben otto figli, quattro maschi e quattro femmine. Merita elencare
questa folta progenie per l'importanza che essa ha avuto per lo
sviluppo successivo della Famiglia:
Giuseppe (1858-1935),
celebrato personaggio dalle molteplici ed eccelse doti, uomo di
elevatissime virtù, di grande intelligenza, filantropo, perpetuò la
professione paterna quale titolare, per tantissimi anni, della Farmacia
avita. Egli sposò Caterina Chiarugi, della nota Famiglia fiorentina che
ha dato i natali al celebre Prof. Giulio Chiarugi (era appunto fratello
di Caterina), i cui trattati di anatomia hanno formato generazioni di
studenti di Medicina.
Rosa (1860-1882), morta giovanissima.
Gaetano (1861-1863), scomparso in tenera età.
Giuseppa
(1863-1958), la famosa "zia Giuseppina", vissuta in ottima salute fino
ai 95 anni, che sposò Milziade Cappelli, legando così i Del Zanna alla
nota casata poggibonsese dei Cappelli e dando origine ad una schiatta
diffusa in numerose parti della Toscana.
Marianna (1867-1895),
sposa di Cesare Calzolari Morelli, legò per sempre i Del Zanna
alla nota Famiglia pistoiese dei Calzolari Morelli. Sia Marianna che
Cesare morirono giovanissimi di mal sottile, lasciando due orfani in
tenerissima età: Rosa, la famosa "Zia Rosina", bravissima maestra
elementare, a Siena, per oltre otto lustri, ed Alfredo, "morto a
venticinque anni per la Patria, il 4 novembre 1917, a Gradisca sul
Tagliamento" (come recita la lapide posta in sua memoria nella cappella
cimiteriale di Famiglia), durante la ritirata di Caporetto, quando
l'Esercito Italiano combatté strenuamente per salvare i ponti sul
grande fiume, contro il nemico straripante (le spoglie di Alfredo,
seppellite in una fossa comune nel piccolo cimitero di Gradisca, non
furono mai individuate dalla Famiglia).
Alfredo (1870-1872) morto a soli due anni.
Giulia
(1873-1949), la cara Zia che sposò il noto e ricco possidente, Guido
Guidi, proprietario della famosa Villa de "Il giuggiolo" e dei numerosi
poderi circostanti (posti nelle colline a nord-ovest di Poggibonsi),
nonché del "Villino Guidi”, capolavoro del nipote di Giulia, l' Arch.
Carlo Del Zanna, considerato ancora oggi una delle più belle dimore di
Poggibonsi.
Pietro (1875-1950), il "piccolo" della Famiglia (fra
lui e il fratello maggiore intercorrevano ben diciassette anni!),
anch'egli laureato in farmacia: in un primo momento, infatti, affiancò
Giuseppe nella Farmacia di Famiglia. Successivamente, dopo aver
acquisito una seconda laurea in Scienze Naturali, preferì dedicarsi
all'insegnamento nei Licei, profondendo le sue straordinarie capacità
didattiche a generazioni di studenti, in una moltitudine di città
italiane (Sassari, Varese, Venezia, Bologna, Livorno, Siena, per
citarne alcune). Uomo di grande probità e di proverbiale integrità
morale, è rimasto celebre per la sua innata arguzia e per
l'inesauribile capacità di raccontare aneddoti e facezie
divertentissime. Scrisse numerosi ed importanti libri ed opuscoli di
carattere scientifico, ma anche libelli satirici con cui sferzava i
costumi del tempo. Pietro sposò Giulia degli Albizi, appartenente alla
famosa e nobile casata fiorentina (una delle più antiche, ancora oggi,
di Firenze), che aveva dato i natali al celebre Rinaldo, uno dei
personaggi più grandi della Repubblica di Firenze, il quale tentò di
arginare – come è noto – lo strapotere liberticida dei Medici.
Lo "Zio Prete", don Feliciano Del Zanna
Non
è possibile parlare dell'avo, Giovacchino Del Zanna, senza accennare al
di lui Fratello Feliciano (1834-1910), prete secolare, per "cinquanta
anni d'illibata vita sacerdotale Parroco di San Pietro a Canonica",
come si legge nella lapide mortuaria posta nella cappella di Famiglia.
La chiesa sopra menzionata – posta a pochi chilometri ad ovest di
Poggibonsi – è una delle tante pievi romaniche che costellano la Val
d'Elsa, segnando il percorso della "Via Francigena" e delle sue
numerose diramazioni. Allora era una parrocchia abbastanza importante,
posta al centro di una zona agricola ricca e popolata: alla chiesa
erano stati annessi consistenti fondi agrari, di proprietà
ecclesiastica (oggi la pieve di San Pietro a Canonica, sconsacrata e
venduta dalla Diocesi di Siena ad un privato, versa in uno stato
pietoso).
I figli di Giovacchino usavano trascorrere le vacanze
estive presso lo "Zio Prete": da qui origina l'incontro – in età
giovanile - tra Pietro e Giulia degli Albizi, la quale andava
alla messa domenicale di Don Feliciano Del Zanna, scendendo dalla
sovrastante villa di Famiglia chiamata "La Canonica".
Don
Feliciano Del Zanna, tutti i "martedì" dell'anno (giorno di mercato a
Poggibonsi, ancora oggi) si recava in paese, restando a pranzo presso
il Fratello Giovacchino: apertasi la "questione romana" dopo la
"breccia di Porta Pia" (XX Settembre 1870), nell'imperante clima
laicista, antipapista ed antiecclesiastico, tipico dell'Italia degli
ultimi decenni del secolo XIX, anche i Nipoti Giuseppe e Pietro
divennero accesi "mangiapreti", ragion per cui Don Felicano Del Zanna,
per protesta, non mise più piede in casa del Fratello per un lungo
periodo.
I luoghi della Famiglia Del Zanna
Fra i luoghi maggiormente legati alla storia della Famiglia, ricordiamo:
Il
Castello (incompiuto) di Cortina D'Ampezzo, e l'annessa Cappella
dedicata alla Santissima Trinità: il castello, posto al termine
dell'omonima via (nota per gli impianti sportivi ivi esistenti,
impiegati durante le Olimpiadi Invernali di Cortina, del 1956) è
tuttora visitabile; al suo interno vi è una bella casa montana, abitata
da famiglie ampezzane "de Zanna".
La Farmacia Del Zanna di
Poggibonsi: posta nel cuore della Città (Poggibonsi lo è diventata
recentemente, per decreto del Presidente della Repubblica), nella
centralissima Via della Repubblica (nota ancora oggi come “Via
Maestra”), la sua sede non è più nell'avita dislocazione della
pregressa spezieria Fracassini (Via della Repubblica – angolo Vicolo
Attilio Ciaspini), bensì in un immobile più moderno e spazioso,
dislocato un centinaio di metri più a valle, sempre nella citata Via
della Repubblica.Nella Farmacia Del Zanna si conservano oggetti e
reperti dell'antica spezieria, nonché il nucleo principale
dell'archivio di Famiglia.Come già ricordato in precedenza, documenti
storici certificano l'esistenza della Farmacia Del Zanna fin dal 1712.
La
“Casa al Vento” di Montemorli fu acquistata congiuntamente dai fratelli
Giuseppe e Pietro nel 1911 (precedente proprietaria era stata la
Famiglia Cappelli, che l'aveva costruita nel 1850, utilizzando le
pietre, simili al travertino, dei contigui “Massi” e piantando dinanzi
all'ingresso principale i celebri cipressi – i c.d. “Dioscuri, Castore
e Polluce” - famosi per la loro altezza ed imponenza e per la loro
longevità: 162 anni!).
Quando poi i due Fratelli Giuseppe e
Pietro divisero i rispettivi interessi e le relative proprietà, a
Giuseppe spettò la Farmacia ed a Pietro la “Casa al Vento” di
Montemorli con le annesse pertinenze agrarie: la proprietà, infatti,
comprendeva anche due unità poderali – casa e terreni – chiamati
rispettivamente “Comacchio” e “Cantine Prime”: dette unità poderali si
aggiungevano ad una terza entità poderale contigua, chiamata “Cantine
Seconde” - anch'essa assegnata, nella divisione, a Pietro – che risulta
appartenere alla Famiglia Del Zanna fin dal '600 (di “Cantine Seconde”
parleremo qui di seguito). Nel 1920, Pietro fece aggiungere un'ala
nuova alla casa, avvalendosi della competenza del già citato Nipote,
Arch. Carlo Del Zanna. Nacque pertanto la c.d. “camera degli sposi”,
con il sottostante rimessaggio per il calesse ed il relativo cavallo,
oltre all'aggiunta della tipica torretta soprastante il tetto.
Della Casa di Montemorli durante la Seconda Guerra Mondiale parleremo diffusamente nel successivo paragrafo.
La
casa delle “Cantine Seconde” (“le Cantine”): come già accennato, anche
se non sono emersi documenti probanti, la vulgata familiare vuole
che la Casa di cui trattasi – costruita sicuramente nel '600 –
sia appartenente fin dall'origine alla Famiglia Del Zanna (con
l'annesso grande e fruttuoso podere, il maggiore di tutta l'azienda
familiare, bagnato dalle acque del Fiume Elsa). A questa importante
Casa è legata la straordinaria memoria documentale (centinaia di pagine
manoscritte!) di una lite giudiziaria che – nel 1700 – ha contrapposto
a lungo (per una questione di alberi abbattuti lungo non ben definiti
confini delle rispettive proprietà) la Famiglia Del Zanna ai Frati
Olivetani di Monte Oliveto Minore (San Gimignano), la cui proprietà,
appunto, confinava con quella di “Cantine Seconde”.
La casa de “Il
Poderino” è posta a pochissima distanza dal lato nord della celebre
fortezza medicea di “Poggio Imperiale”; collocata su uno straordinario
“sperone” collinare posto a dominio di Poggibonsi e della Val d'Elsa,
la Casa de “Il Poderino” è famosa nella Famiglia per l'amenità dei
luoghi e la bellezza del giardino e degli alberi di alto fusto che la
circondano.
L'eccezionale ampiezza dei muri perimetrali e la
struttura a “scarpa” di alcuni di essi, fanno presumere che sia stata
costruita sui resti del “bastione” eretto dalla Repubblica di Firenze a
protezione di Poggibonsi contro la Repubblica di Siena (il predetto
“bastione” è raffigurato nel noto affresco del palazzo pubblico di
Siena, relativo alla “Battaglia di Poggio Imperiale” del 7 Settembre
1479, che vide Firenze sconfitta dalle forze congiunte del Papato, del
Regno di Napoli e di Siena). La Casa fu acquistata da Giovacchino Del
Zanna il 23 aprile 1899, dal precedente proprietario, Sig. Francesco
Mattenzi. Giovacchino mutò il troppo pomposo nome originario di
casa di “Poggio Imperiale” in quello de “Il Poderino”, per tener conto
del piccolo appezzamento agricolo posto attorno alla Casa. La Casa è
celebre in Famiglia anche per aver ospitato la “Farmacia Del Zanna” per
tutto il periodo dello “sfollamento”, durante la Seconda Guerra
Mondiale. Nei recenti decenni “Il Poderino” è stato la residenza di due
grandi Architetti di Famiglia: Carlo Del Zanna e, poi, di suo Figlio
Enzo.
La “Casa al Vento” di Montemorli durante il passaggio del fronte nella Seconda Guerra Mondiale
Dopo
l'occupazione della Sicilia da parte delle Forze Alleate (primi di
Luglio del 1943); dopo la caduta del Fascismo (25 Luglio 1943) e –
soprattutto – dopo l'8 Settembre 1943 (la catastrofica resa a
discrezione dell'Italia, con la conseguente tragica e fratricida
formazione della Repubblica Sociale Italiana); con l'intero Paese
diviso in due zone contrapposte, una sotto l'occupazione alleata,
l'altra sotto l'occupazione germanica, gli Alleati intensificarono
enormemente i bombardamenti su tutto il territorio facente parte
(formalmente) della Repubblica Sociale Italiana ma, di fatto,
sottoposto al ferreo e spietato dominio dell'esercito germanico.
I
bombardamenti (spesso aventi finalità meramente terroristiche)
colpirono – naturalmente – anche tutte le principali città toscane, ma
non risparmiarono località minori, che rivestivano un interesse
strategico, vuoi per la presenza di stabilimenti industriali, vuoi per
la dislocazione presso importanti nodi stradali e/o ferroviari (è il
caso di Poggibonsi, che subì numerosi bombardamenti aerei, che rasero
al suolo la Città, con la morte di centinaia di persone).
Quando i
bombardamenti si fecero più intensi – e cioè nel dicembre 1943 e nelle
primissime settimane di quel terribile e tragico 1944 – Pietro Del
Zanna (decano della Famiglia, essendo il fratello maggiore, Giuseppe,
morto nel 1935) aprì la casa di Montemorli a figli e parenti di Siena,
Grosseto, Firenze e Poggibonsi (la dislocazione delle varie famiglie
Del Zanna, all'interno di “Casa al Vento”, risulta dalle planimetrie
allegate alla presente).
Egli desiderava offrire loro un rifugio
sicuro contro l'infuriare della guerra: una località di campagna
appariva immune dai bombardamenti e dalle tragiche distruzioni di una
guerra moderna.
Il destino volle altrimenti e per la piccolissima
località passò il fronte della seconda guerra mondiale, con tutto il
suo fardello di miserie e di atrocità. Montemorli – che era posizionato
lungo la linea di resistenza tedesca chiamata “Linea Lilli” (una delle
tante che contrassegnano la lunga ritirata germanica lungo lo
“stivale”) - diventò la “Fortezza di Montemorli” (così menzionata
da Radio Londra) e sul suo territorio si alternarono – per settimane –
l'esercito tedesco e quelli alleati.
“Col terrazzino di casa
nostra fatto osservatorio e mitragliatrici appostate nelle immediate
vicinanze, Montemorli è diventato un bersaglio di prim'ordine per le
artiglierie alleate e successivamente di quelle tedesche”: con queste
parole, Pietro Del Zanna, nella famosa lettera scritta al figlio Aldo,
in data 22 luglio 1944 (subito dopo il passaggio del fronte e la
“liberazione” di Montemorli), inizia la descrizione di quei tragici
giorni, soffermandosi – in particolare – sulle distruzioni subite da
“Casa al Vento” e dal vicino villaggio; sulle persone morte o ferite a
causa delle mine nascoste nei campi dai tedeschi in ritirata; sugli
uomini deportati in Germania, per essere costretti ai lavori forzati;
sulle tremende settimane che l'intera Famiglia Del Zanna -
insieme a numerose altra famiglie sfollate – dovette passare negli
angusti e bui rifugi frettolosamente costruiti sotto i “Massi” dopo che
“Casa al Vento” era stata interamente requisita dai Tedeschi per
finalità belliche; ecc..
La sopramenzionata lettera di Pietro Del
Zanna (il cui testo è allegato alla presente storia unitamente ad una
missiva – più breve ma anch'essa significativa – scritta, in
contemporanea, dalla di lui moglie, Giulia) – fortunosamente ritrovata,
dopo alcuni decenni, negli archivi di Famiglia – ha rappresentato per
Franco Del Zanna (1927-2008) il principale stimolo a scrivere il famoso
libro “Achtung! Bombengefahr! - cronaca poggibonsese 1943-1944”
(Tipografia Arti Grafiche Nencini – Poggibonsi, 1982).
Il libro –
adottato dalle scuole di Poggibonsi e di allettante lettura – coniuga
la vivida ed appassionante narrazione del passaggio del fronte a
Poggibonsi ed a “Casa al Vento” con un'attenta e ben documentata
ricostruzione della “guerra aerea in Toscana”, molto apprezzata per la
sua valenza storiografica.
A conclusione di questo capitolo
dedicato alla tremenda temperie in cui tutta la Famiglia Del Zanna fu
coinvolta durante la Seconda Guerra Mondiale, va detto che lo spirito
di fratellanza e di solidarietà che animò tutti i componenti della
Famiglia nei lunghi mesi di convivenza a “Casa al Vento”
(Gennaio-Luglio 1944), ha lasciato un retaggio perenne: il
consolidamento dei rapporti interfamiliari nel tempo. A suggello di
tale retaggio, appare appropriato riportare - qui di seguito – la
dedica apposta da Franco Del Zanna sulla copia del libro donata ai
cugini di “Casa al Vento”:
“A zio Aldo, in ricordo di giorni
tanto tristi, resi meno amari dalla vostra cordiale, affettuosa,
indimenticabile ospitalità, a cui dobbiamo la nostra sopravvivenza” -
Poggibonsi, 6 dicembre 1982
Su Franco Del Zanna – studioso
di storia, di geografia, di astronomia, di fotografia, di cinema, ecc;
viaggiatore colto ed appassionato; grande farmacista; operoso nel campo
sociale e nella tutela della sua Città; uno dei più eminenti cittadini
di Poggibonsi degli ultimi decenni – dovremmo dire molto di più...ma
entreremmo nella storia delle generazioni Del Zanna più vicine ai
nostri tempi, una storia troppo “attuale” per essere narrata con la
dovuta imparzialità...una storia la cui trattazione spetta pertanto
alle generazioni future...
Fabio Del Zanna
“Casa al Vento” - Montemorli – Luglio, Agosto 2012